Carmignac

La gestione attiva diversificata: una soluzione per le incertezze del 2022

  • Autore/i
    David Older,  Keith Ney,  Kevin Thozet
  • Data di pubblicazione
  • Lunghezza
    3 minuto/i di lettura
  • La ripresa globale dovrebbe rallentare l’anno prossimo rispetto ai ritmi del 2021 e alle aspettative degli investitori, seguendo traiettorie diverse a seconda delle aree geografiche.
  • In tale contesto, la selettività e la flessibilità potrebbero svolgere un ruolo essenziale.

investire in Borsa? Sono queste le domande che si pongono regolarmente gli investitori che vogliono far fruttare il proprio risparmio e che risultano ancora più pertinenti in un contesto come quello attuale, caratterizzato da discrepanze e incertezze.

Dopo un 2021 contraddistinto dalla ripartenza dell’economia mondiale grazie alle massicce campagne di vaccinazione e alle misure di sostegno attuate dai governi, l’anno prossimo il ritmo della crescita potrebbe essere meno vigoroso e inferiore alle aspettative attuali. Inoltre, le traiettorie economiche delle diverse aree geografiche potrebbero continuare a divergere, principalmente a causa dell’eterogeneità delle politiche economiche adottate nei vari paesi.

Le politiche diametralmente opposte seguite negli Stati Uniti e in Cina sono una perfetta illustrazione di questa desincronizzazione dell’economia globale. Mentre Washington ha lanciato piani di sostegno di vasta portata basati sugli aiuti sociali per ridurre gli effetti della crisi, Pechino ha invece deciso di concentrarsi sulla riduzione del debito, la decarbonizzazione dell’economia nazionale e l’inasprimento delle normative sui grandi conglomerati.

L’Eurozona dovrebbe seguire una strada ancora diversa. In Europa finora la ripresa è stata meno marcata rispetto agli Stati Uniti e la crescita dovrebbe mostrarsi più resiliente grazie all’arrivo del piano di investimento Next Generation EU destinato a consolidare la ripresa e promuovere la transizione energetica e digitale degli Stati membri dell’UE.

A queste difformità si aggiunge l’inflazione, che potrebbe durare più a lungo del previsto. Diversi fattori spiegano l’aumento generalizzato dei prezzi: la penuria di semiconduttori, la saturazione delle capacità di trasporto marittimo e stradale e la mancanza di manodopera nei settori edile e dei servizi alla persona, che rallentano la produzione delle imprese. Contribuiscono ad alimentare l’inflazione anche l’aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, conseguenza di una domanda particolarmente sostenuta, e le tensioni geopolitiche e legate ai fattori climatici (siccità, uragani…).

Non investire in maniera indiscriminata in Cina

In materia di scelte di investimento, il contesto attuale invita alla riflessione. Infatti, dopo un periodo in cui i mercati finanziari hanno proceduto a senso unico, la selezione titoli potrebbe ritornare il miglior modo per generare performance, trattandosi di una strategia decisamente vincente nei momenti di cambio di rotta del ciclo economico. Di fronte a tassi di interesse ancora ai minimi e alle fiammate inflazionistiche, gli investitori dovrebbero rivolgersi alle azioni per ottenere rendimenti più elevati.

In questo ambito, il rallentamento della ripresa mondiale potrebbe favorire i titoli con “crescita visibile”, ossia di società per le quali si prevede un forte aumento dell’attività e/o che presentano una grande visibilità sui risultati. In un contesto inflazionistico, potrebbero essere ambite anche le società in grado di preservare i margini aumentando i prezzi di vendita nonostante il rialzo dei costi (materie prime, stipendi, canoni, trasporti…). Inoltre, la pandemia, accelerando alcune tendenze già in atto, ha fatto emergere nuovi leader in settori che sembrano destinati ad affermarsi stabilmente: acquisti e pagamenti online, food delivery, smart working…

Oltre alle azioni, un approccio più selettivo potrebbe dimostrarsi vincente anche nei settori che offrono ancora rendimento sui mercati obbligazionari, ossia i mercati dove si negoziano i titoli di debito emessi dalle società e dagli Stati per finanziarsi in cambio del pagamento di interessi. Per esempio, le obbligazioni emesse dalle aziende che dovrebbero continuare a trarre vantaggio dalle riaperture dell’economia mondiale o quelle delle società del settore energetico.

Merita un discorso a parte la Cina, dove il giro di vite normativo volto a correggere in maniera duratura una serie di eccessi (posizioni dominanti, disparità, indebitamento) in alcuni segmenti dell’economia cinese1 ha alimentato i timori degli investitori esteri2. Anche se il paese sarà un’importante fonte di crescita nei prossimi decenni, investire può essere più complicato rispetto ad altri paesi. Non bisogna farlo in maniera indiscriminata, perché molti comparti sono da evitare. È quindi importante ancora una volta essere molto selettivi nelle scelte e adottare una gestione attiva3 per non dipendere dall’andamento degli indici di borsa.

Siamo ancora in mezzo al guado. E, in un contesto così complesso ed eterogeneo, la gestione diversificata - che permette di ripartire gli investimenti di un fondo in più asset class in base ai rischi e ai rendimenti sperati – può risultare una soluzione particolarmente adatta, a condizione di essere flessibili e selettivi.

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1I nuovi vettori della crescita cinese sono i consumi, l’innovazione tecnologica, la salute e la rivoluzione verde.
2L’indice Nasdaq Golden Dragon China, che raggruppa i giganti tecnologici cinesi, ha perso il 27% nei primi otto mesi dell’anno, mentre l’indice statunitense delle big tech, il Nasdaq Composite, ha guadagnato il 18% sullo stesso periodo.
3La gestione attiva consiste nell’acquistare asset finanziari (azioni, obbligazioni, valute, ecc.) selezionando quelli che possono generare una migliore performance rispetto agli altri e comprando nel momento migliore. Invece la gestione passiva cerca di seguire un indice di borsa.